Questione di virgole, Leonardo G. Luccone

Il terzo saggio portato a termine (se non sai di cosa sto parlando clicca qui) e, anche se di un tenore molto differente dagli altri, quello letto con più trasporto è Questione di virgole. Punteggiare rapido e accorto di Leonardo G. Luccone. Dichiaro fin da subito che il sottotitolo mi ha divertito talmente tanto che l’ho comprato prima ancora di far partire la ricerca di Google sull’autore. Cosa che poi ho fatto, quindi andiamo con ordine: chi è Luccone? Cosa fa nella vita? Cosa vuole da noi?

Be’, l’ultima è facile: salvarci dall’illogicità e dalla mancanza di chiarezza. La cosa bella è che non lo fa dall’alto, facendo calare sugli umili proseliti la scure a volte un po’ violenta del professore universitario o del linguista più esperto, ma da dentro. Luccone è traduttore, editor, autore, insegnante; è cofondatore di Oblique, uno studio editoriale che si divide in scuola e agenzia letteraria e, soprattutto, strenuo difensore della punteggiatura, perché lei è “la nostra guida sensopercettiva”, è “il segno del comando”.

Non aspettatevi un saggio “estremo”, un noioso manuale universitario e neppure un approfondimento invocasanti di qualche italianista reazionario; per me è stato più un rinfrescante bagno nello stagno della grammatica, un “attacca la coda” a tema punteggiatura. Io l’ho affrontato un po’ così, come se fosse un gioco che nasconde una prova di valore, sentendomi grande nella scelta di leggerlo e bambina durante la lettura con gli occhi luccicanti per le dure scelte compiute dagli eroi e un mezzo sorriso per gli scivoloni che anche loro, come tutti, fanno.

Luccone per me è stato, fra queste pagine, una guida naturalistica di quelle brave, che sa quando far fermare il gruppo per mostrargli qualcosa nel dettaglio e quando andare dritto per evitare di appesantire e annoiare la gita. Luccone è stato anche conforto, è riuscito a risolvere la mia paura e a confermare, ahimè, la mia convinzione: non sono io ad essermi persa, sono gli altri ad averlo fatto.

La virgola è una cosa seria. Non è un semplice baffo che tracciamo sul foglio per riempire gli spazi e non significa nemmeno “ehi, ti conviene prendere fiato qui!”. La virgola unisce e separa unità logiche connesse ma differenti, dà il ritmo alla lettura e al pensiero; è la chiave di volta della comunicazione, quella trasparente.

Il saggio, estremamente chiaro, è suddiviso in due capitoli: uno, di ben 200 pagine, dedicato agli usi corretti e scorretti della virgola; l’altro, che ne conta poco più di trenta, riabilita il punto e virgola e lo fa fin dal primo capoverso, senza esitazioni: “Ormai dovrebbe esservi chiaro: la punteggiatura mette in luce le nervature del testo. Questi segnetti meravigliosi sono come torce che delineano la struttura, dando risalto ai piani del discorso, alla gerarchia dei contenuti e alle connessioni (attraverso meccanismi di avvicinamento e allontanamento). È per questo che una buona punteggiatura contribuisce alla comprensione liscia del contenuto. Il punto e virgola […] è uno dei segni più potenti che abbiamo, perché ha un’incredibile capacità organizzativa dei segmenti del discorso.”

Ve lo assicuro, leggete questo saggio e scoprirete il divertimento e l’arte di un punteggiare rapido, accorto e, soprattutto, corretto!

Infine, se non avete ancora perso la speranza, leggete gli aggiornamenti sulla lettura dei saggi settoriali qui!

A presto!

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